È davvero straniante uscire dal monastero dei Benedettini su quella stessa piazza dove tredici anni fa è finito tutto. Anzi, s’è iniziato tutto. O, meglio, è cambiato tutto per Laura Salafia, una ragazza come tante che frequentava la facoltà di Lettere e che si vide stravolgere vita, progetti e futuro, dalla violenza di un proiettile vagante che le si conficcò fra la seconda e la terza vertebra cervicale rendendola tetraplegica. Ma Laura Salafia non era, non è, una ragazza come le altre. E lo ha dimostrato trasformando il suo dolore, la sua sofferenza, in ragione di vita, la sua passione per la letteratura prima e la scrittura poi, in impegno civile fino a realizzare il suo obiettivo, diventare dottoressa in Filologia moderna, congiungendo così la sua prima e la sua seconda esistenza. La cerimonia, ieri, nell’aula magna del monastero dei Benedettini dove c’era tutta la città, quella istituzionale e quella accademica, quella delle associazioni e quella dei cittadini comuni, in una sorta di abbraccio riparatore e collettivo, d’ammirazione e meraviglia, per la forza di una ragazza 47enne che non si è mai arresa. [… continua a leggere]